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Gli aggiornamenti del resoconto di oggi riguardano la direzione di kursk.
Qui le forze ucraine hanno cominciato ad accorciare la linea del fronte del saliente tramite una ritirata controllata mentr ei russi continuavano la loro offensiva su molteplici vettori.
I comandanti russi hanno deciso di sfruttare l'opportunità creata dal fermo degli aiuti e supporto d'intelligence americani aumentando il ritmo dei loro assalti.
A questo punto è importante ricordare che lo scopo dell'incursione ucraina non riguardava il mantenere territori ma: per costringere le forze russe a rischierare riserse da aree importanti come il fronte del Donbass, rallentandone le avanzate, e potenzialmente avere moneta di scambio per future negoziazioni.
E il fatto che l'Ucraina sia riuscita a ribaltare la situazione nel Dombass dimostra l'efficacia dell'operazione Kursk.
Lo scopo iniziale era quello di costringere i russi a spostare le riserve che supportavano le offensive nell'est ucraino, in particolare intorno a Pokorvsk e Toretsk.
Anche se i comandanti russi hanno cercato in un primo momento di evitarlo, spostando le forze da Kharkiv e da Kupiansk e persino tamponando con rinforzi dalla Corea del Nord, è diventato presto chiaro che erano assolutament enecessarie truppe addizionali per spingere gli ucraini fuori da Kursk.
Un fallimento dopo l'altro dei tentativi di controffensiva ha portato a conseguenze inevitabili: il sacrificio delle offensive a Pokrovsk e Toretsk.
Al tempo stesso le realtà sul campo di battaglia stanno rendendo la prolungata presenza ucriana Kursk sempre più intenibile.
Le forze russe hanno ottenuto diversi vantaggi tattici e operativi, che minacciano l'intera sostenibilità del salietne avendo stabilito controllo su linee logistiche chiave per gli ucraini.
Malya Lokhnya ha perso la sua via primaria a causa dei bombardamenti russi e con i russi che si son insediati a Lebedevka a sud, gli sforzi logistici ucraini son diventati ancora più rischiosi.
La strada da Sumy a Sudzha, già bersagliata dai droni a fibra ottica russi, è diventata sempre più esposta come il corridoio controllato dagli ucraini si è ristretto a 20km, rendendo difficile manovrare e rifornire le forze al fronte.
In più la mancanza di fogliame significava che gli ucraini non potevano nascondere corazzati da usare come unità di risposta rapida per contrastare le avanzate russe più pericolose come abbiamo visto nell'autunno dell'anno scorso.
Dati questi problemi, una ritirata strategica verso posizioni più difendibili è diventata la cosa più logica da fare e le forze ucraine hanno cominciato una ritirata controllata, riconoscendo i rischi del mantenere un salietne che diventata sempre più vulnerabile.
E' interessante notare che la tempistica di questa ritirata coincide con la sospensione del supporto d'intelligence americano, una cosa che la Russia è stata veloce a sfruttare.
I comandanti russi, comprendendo che gli ucraini si erano già ritirati da Pogrebki, hanno lanciato una serie di attacchi nel tentativo di accerchiare e isolare quanti più ucraini possibili.
Uno di questi tentativi è stata la fallita operazione d'infiltrazione a Sudzha dove le forze russe hanno provato a posizionarsi dietro le posizioni ucraine strisciando per 15km attraverso una conduttura GNL.
Inizialmente i media russi sono accorsi ad annunciare il successo dell'operazione.
Tuttavia come sono state diffuse altre informazioni è diventato chiaro che gli infiltratori erano stati individuati dai droni ucraini ed eliminati quasi immediatamente, con alcune fonti russe che riportano che i sopravvissuti sono morti soffocati a causa dei fumi tossici.
Come le forze ucraine si sono ritirate verso posizioni più difensibili la retroguardia è rimasta indietro per rallentare l'avanzata russa, rendendo posisbiole la manovra.
Mentre la maggior parte delle unità è riuscita a ritirarsi con ordine, alcune di queslle rimasste indietro si son ritrovate inevitabilmente accerchaite.
Dopo dure battaglie e il fallimento dell'operazione di salvataggio del direttorato d'intelligence, diversi soldati si sono arresi dopo aver esaurito ogni munizione e aver rallentato con successo i russi.
In generale il posizionamento strategico ucraino è migliorato significativamente sin dall'inizio dell'incursione a Kursk.
L'operazione ha costretto la Russia a spostare riserve critiche dalle sue offensive, fermando e perdendo i progressi di diverse avanzate nel Donbas.
Mentre mantenere i territori come leva diplomatica non è stato utile, l'obiettivo primario, come la stabilizzazione del fronte est, è stato un successo.
Con la Russia che ha ottenuto vantaggi localizzati a Kursk, la ritirata dell'ucraina è da vedersi come un aggiustamento tattico, permettendo alle sue forze di raggrupparsi e combattere in condizioni più favorevoli.