"Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare con l'espressione Io resto a casa. Ci sarà l'Italia come zona protetta": con queste parole, la sera del 9 marzo 2020, l'allora presidente del consiglio Giuseppe Conte annunciava il lockdown per affrontare la pandemia da Coronavirus: non si poteva uscire di casa se non con un'autocertificazione, per motivi di lavoro, di salute o per fare la spesa. Tutto il resto chiudeva: negozi, scuole, ristoranti, eventi pubblici di ogni tipo. Sarà così per due mesi, fino all'inizio di maggio quando sarebbe iniziata la "fase 2" con le riaperture graduali delle attività. Il lockdown è stato il tentativo finale per limitare i contagi e alleggerire la pressione sulle terapie intensive degli ospedali. Abbiamo ripercorso i due mesi drammatici, dalla prima fuga dal nord, quando si pensava di chiudere la Lombardia, ai camion dei militari di Bergamo, quando tutto il Paese capì la gravita della situazione.
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