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La stele di Kaminia, gli Etruschi e l'isola di Lemno

Fondazione Luigi Rovati 6,085 2 years ago
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Gli Etruschi e Lemno: un secolo di ricerche archeologiche italiane Incontro di studi Fondazione Luigi Rovati - 6 Marzo 2023 Introduzione e saluti: Giovanna Forlanelli - Presidente Fondazione Luigi Rovati S.E. Eleni Sourani - Ambasciatore di Grecia in Italia Gemma Sena Chiesa - Professore emerito di Archeologia Classica Università Statale di Milano Salvatore Settis - Accademia dei Lincei Giulio Paolucci - Curatore Fondazione Luigi Rovati Giuseppe Sassatelli - Istituto Nazionale degli Studi Etruschi ed Italici Relatori: Emanuele Papi - Direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene, Universita di Siend Carlo De Domenico - Università Statale di Milano, Scuola Archeologica Italiana di Atene Riccardo Di Cesare - Università di Foggia, Scuola Archeologica Italiana di Atene Germano Sarcone - Scuola Normale Superiore, Pisa, Scuola Archeologica Italiana di Atene La stele di Kaminia Una importante testimonianza arricchisce la sezione dedicata alla scrittura al piano ipogeo del Museo d'arte della Fondazione Luigi Rovati: la stele di Kaminia, una delle iscrizioni più enigmatiche e dibattute di tutta l’antichità classica, ritrovata a Lemno e oggi custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Atene. Rinvenuta tra il 1883 e il 1885 vicino al borgo di Kaminia, sull’isola di Lemno, nel Mar Egeo settentrionale, la stele è datata al VI secolo a.C. e ha suscitato particolare interesse per le due iscrizioni che porta incise. L’alfabeto della stele è greco, del tipo detto ‘rosso’ (o greco-occidentale), ma alcuni tratti peculiari lo avvicinano all’alfabeto etrusco. Le notizie degli autori antichi sui Pelasgi o Tirreni, che avrebbero abitato Lemno fino alla conquista di Atene (ca. 500 a.C.), indussero la Scuola Archeologica Italiana di Atene a condurre scavi e ricerche sull’isola per identificare le origini dei Tirreni d’Italia, cioè gli Etruschi. La stele, opera di una bottega locale, è una sottile e lunga lastra di calcare originariamente alta due metri circa, di cui rimane la metà superiore. Sulla fronte è incisa a bassissimo rilievo la figura di un guerriero di profilo, in piedi, armato di lancia e scudo. Il volto, con testa piatta, grandi occhi e un pronunciato sorriso, rimanda all’iconografia attestata a Lemno, presente su vasi e altri oggetti in terracotta di epoca arcaica (VII- VI secolo a.C.). Intorno al personaggio è incisa una iscrizione distribuita su 8 righi: alcune linee si leggono dal basso verso l’alto, altre in orizzontale da sinistra a destra e da destra a sinistra in righi alternati. Una seconda iscrizione, su tre righi, incompleta in basso, posta sul lato destro in verticale, fu redatta da un diverso lapicida. La lettura è controversa: una delle possibili interpretazioni è che l’iscrizione ricordi il guerriero Aker figlio di Tavarsa (Aker Tavarsio), a rappresentare la discendenza dai membri di un’illustre famiglia di Lemno. Una seconda interpretazione lo identifica invece in un Holaie (in greco Hylaios) forse originario di Focea, in Asia Minore. La stele era il segnacolo di una sepoltura.

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